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Vincenzo Valenza

L'Ottocento: La Nuova Era Della Magia


Articolo scritto da Vincenzo Valenza


Il XIX secolo è stato un periodo molto florido per quanto riguarda l'illusionismo, infatti in questo periodo sono vissuti grandi artisti, le cui conoscenze, abilità e scritti hanno influenzato le generazioni future, fino ad arrivare ai giorni nostri.

Inghilterra, ad esempio, abbiamo il grande John Henry Anderson

(1814 - 1874), soprannominato il "Grande Mago Del Nord", che

dedicò la sua vita a smascherare i falsi fenomeni mediatici.


Altro artista degno di nota fu John Nevil Maskelyne (1839 - 1917), prestigiatore e inventore di diversi dispositivi dell'era vittoriana.

Autore del libro "Sharps and Flats: A Complete Revelation Of The Secret Of Cheating at Games Of Chance And Skill", libro ormai considerato un classico, dove si parla di gioco d'azzardo e le varie strategie per poter barare. Padre di Nevil Maskelyne, anche lui grande artista inglese che scriverà il famosissimo libro "L'arte Nella Magia".

Altro nome importante fu Rober Heller, il cui vero nome era

William Henry Palmer (1830 - 1878), è stato un prestigiatore, mentalista e musicista.

E ricordiamo poi il Professor Hoffmann, il cui vero nome era Angelo John Lewis (1839 - 1919), avvocato di professione e brillante prestigiatore dilettante. Scrisse una serie di articoli di

magia per una rivista dedicata ai ragazzi e successivamente nel 1876 pubblicò per la prima volta "Modern Magic" che diventerà un classico.

Troviamo nomi importanti anche nella panoramica francese, tra questi il più importante fu Jean Eugène Robert-Houdin (1805 -1871), considerato il padre dell'illusionismo e soprannominato "Il Rinnovatore Dell'Arte Magica".



Affascinato dai meccanismi complessi, volle seguire le orme del padre e diventare un'orologiaio, questo gli sarà molto utile in seguito. L'incontro con la magia avviene per caso, infatti per errore aveva acquistato un volume che parlava di giochi di prestigio e fisica divettevole chiamato "Dictionnaire Encyclopedique Amusemens Des Sciences" di Lacombe, anziché restituire il libro iniziò a leggerlo e ad appassionarsi all'arte magica. Successivamente inizio a prendere lezioni da un prestigiatore dilettante che si chiamava Maous, un podologo che faceva il mago a fiere e feste. Maous gli insegnò diverse cose, tra cui le basi del gioco dei bussolotti e a migliorare la sua destrezza e coordinazione occhio-mano. L'8 luglio 1830 si sposò con Josèphe Cecile Houdin, con cui avrà otto figli ma solo tre sopravviveranno. Apri un proprio teatro a Parigi, presso Palais Royal e in seguito si spostò in Boulevard des Italien sempre a Parigi. Tuttavia il teatro durerà poco, perché Robert-Houdin dedicherà alla prestigiazione, al livello professionale, solamente 7 anni. Scrisse diverse diversi libri, tra cui "Confidences D'un

Prestidigitateur e Une Vie D'Artiste" e "Les Tricheries Des Grecs Dèvoilèes; L'Art De Gagner A Tous Les Jeux". Un aneddoto molto interessante lo troviamo nelle sue memorie. Si dice che gli Arabi di Algeria vennero incitati a ribellarsi dai loro capi religiosi contro i coloni francesi, Napoleone III portò Robert-Houdin, ormai in pensione, in Algerina nella speranza che riuscisse a placare gli Arabi. Si racconta che tra i giochi che fece Robert-Houdin si sia fatto sparare addosso, ma anziché venire ucciso, il proiettile venne ritrovato tra i suoi denti. Da lì le rivolte degli arabi si placaono, per paura che tutti i francesi fossero in grado di fare quello che Robert-Houdin aveva fatto. Altro maestro francese fu Louis Apollinaire Comte (1788 - 1859), celebre prestigiatore parigino, molto ammirato da Robert-Houdin. A volte veniva chiamato "Il Prestigiatore Dei Tre Re" in quanto riuscì a esibirsi in presenza di tre sovranità ( Luigi XVIII, Carlo X e Luigi Filippo). Divenne nel 1814 il primo prestigiazione a tirare fuori un coniglio da cilindro, tuttavia ci sono molte diatribe, questo perché alcuni affermano che in realtà sia stato John Henry Anderson, altri invece affermano che il numero esisteva già dal 1730.

In questo periodo, a Vienna invece, abbiamo anche il grande maestro Johann Nepomuk Hofzinser (1806 - 1875), grande artista e maestro di close-up, in particolar modo nella magia con le carte, che lui considerava la poesia di tutta la magia. Inventore di giochi e tecniche che a distanza di tanti anni influenzano i prestigiatori moderni. Dopo la morte sua moglie distrusse molti manoscritti per onorare le volontà del marito. Molti dei sui allievi però, conservarono parti di appunti e lettere. Nel 1910 Ottokar Fischer, prestigiatore austriaco, scrisse il "Kartenkünste", tradotto poi in inglese con il titolo di "J. N. Hofzinser's Card Conjuring" testo espressamente importante perché la maggior parte delle informazioni che abbiamo su questo grande maestro sono contenute in quel libro. Negli ultimi anni il mago austriaco Magic Christian, ha scoperto molti informazioni e fatti sulla vita di Hofzinser, pubblicandoli nella raccolta "Non Plus Ultra". L'italia non è da meno, anche qui troviamo personalità molto importanti. Possiamo citare ad esempio Ernesto Patrizio di Castiglione, Cavalier Antonio Poletti, Prof Carlo Andreoletti, Angelo Felice Branzetti. Figura espressamente importante del periodo è il grande Bartolomeo Bosco


(1793 - 1863), considerato il più grande prestigiatore dell'Ottocento e della storia della magia in generale. Bosco, nato a Torino, era figlio di borghesi, inizialmente intraprende la carriera militare fino al 1812 dove viene fatto prigioniero per tre anni in Siberia. In questo periodo Bosco, inizia a sviluppare questa sua passione e abilità per i giochi prestigio e grazie a ciò, gli permette di avere una condizione più agiata in questo suo periodo di prigionia. Nel 1815 ritorna a Torino e intraprenderà la carriera da prestigiatore, carriera artistica che porterà avanti fino al suo ritiro, ovvero nel 1861. L'abilità e la bravura di Bosco era tale da riuscire a riempire teatri da circa 1500 posti, addirittura portava con sé, nelle sue tournée, una sorta

di tendone che poteva ospitare all'incirca 1000 spettatori. Aveva a disposizione 3 spettacoli diversi da 3 ore ciascuno, più uno che eseguiva per beneficenza. In questi spettacoli eseguiva sempre il suo cavallo di battaglia ovvero il gioco dei bussolotti, infatti Bosco era famosissimo per questo gioco. Non sappiamo in che cosa consista in sé la routine né di come fosse strutturata, sappiamo però che Bosco aveva a disposizione cinque bussolotti di cui due truccati, in ogni routine usa tre bussolotti le cui dimensioni non erano come quelli che conosciamo oggi, ma erano più grandi in modo che le persone in sala potessero vedere bene. Le fonti dell'epoca ci dicono anche che per un certo periodo Bosco abbia eseguito questo gioco usando dei bussolotti trasparenti, che erano stati creati da un vetraio parigino. Addirittura Bosco dava lezioni di prestigiazione, dietro compenso ovviamente, infatti i giornali dell'epoca ci mostrano delle inserzioni dove Bosco si offriva di dare lezioni private. Conosciamo tra altro due suoi allievi, uno si chiamava Bartolomeo Marchelli che in seguito diventerà uno dei mille di Garibaldi e un altro si chiamava Marius Cazeneuve, personaggio che verrà nominato molte volte sia da Bosco stesso che da suo figlio Eugenio, colui che percorrerà le stesse orme del padre. La fama di Bosco lo portò a esibirsi in quasi tutti i paesi europei, fino alla corte del sultano di Costantinopoli, cosa molta importante perché in quel periodo non era concesso agli artisti occidentali il permesso per potersi esibire. Il sultano ne rimase così affascinato che diede a Bosco il permesso di costruire un teatro a Costantinopoli, "Il Teatro Bosco" appunto.

Nel 1851 andò a esibirsi in Inghilterra in occasione dell'Esposizione Universale, al ritorno però Bosco ne rimase molto deluso e non ci torno mai più, nonostante i giornali avessero

parlato molto bene di lui. Molto probabilmente dato dal fatto che Bosco era abituato ad essere al centro dell'attenzione, essere l'attrazione principale, mentre all'Esposizione Universale, che era

formata da diversi padiglioni, le persone guardavano i vari padiglioni, le varie "attrazioni" e poi andavano via, quindi Bosco non era al centro di tutta attenzione, ma era solamente una delle tante "attrazioni" presenti.

Riuscì a conquistarsi il rispetto e l'amministrazione di diversi "colleghi" dell'epoca, Hofzinser stesso ne rimase molto affascinato, lo possiamo leggere chiaramente nelle recensioni dei giornali dell'epoca. C'è di invece non era molto d'accordo, ad esempio Robert-Houdin, critica aspramente Bosco (come aveva fatto con Pinetti), ciò nonostante elogia la sua abilità con i bussolotti. Durante i suoi ultimi anni di vita la fama inizia a calare lentamente, molto probabilmente a causa della anzianità. Morirà due anni dopo il suo ritiro, nel 1863, a Dresda in Germania. Nonostante ciò per un certo periodo il nome Bosco, venne usato come sinonimo di magia, tante che nel 1890 Conrad Bernitt inventò il primo sistema di stampa fotografica automatica, e lo chiamo "Metodo Bosco".

Il grande Houdini stesso era affascinato da Bartolomeo Bosco, infatti nel 1903 acquisto e ristrutturò la tomba. Era solito dire che non considera nessuno un vero prestigiatore fino a quanto non fosse riuscito a imparare il gioco dei bussolotti.

Oggi la tomba è curata dal circolo dei prestigiatori di Dresda che porta il nome di Bosco.



La prossima settimana finiremo di scoprire le personalità più importanti del 1800 spostandoci in America.


Articolo scritto con la consulenza di Alex Rusconi

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