Su gli antichi greci e romani abbiamo diverse tracce storiche che ci testimoniano la presenza e la diffusione di maghi e giochi di prestigio. Alcuni di questi "trucchi" vengono descritti dal matematico greco Erone di Alessandria (I-III secolo d.C.).
. Egli parla per lo più di congegni meccanici, dei parlanti, statue che sanguinavano, o che vomitavano fuoco ecc..
Tali trucchi venivano realizzati usando principalmente particolari illusioni ottiche, per cui le immagini eteree degli dei venivano proiettate attraverso una nuvola di vapore grazie ad un congegno somigliante alla nostra lanterna magiaca. ( Per chi non lo sapesse, la lanterna magica era uno strumento di proiezione di immagini dipinte su una parete, la più antica descrizione di una lanterna magica risale al 1646)
Erano presenti anche giochi in cui era necessaria la destrezza di mano, il più famoso e diffuso erano, in forma primitiva, il gioco dei Bussolotti. Di questo gioco abbiamo diverse descrizioni e citazioni, sia nel mondo greco che in quello latino. Alcifrone, scrittore greco del III secolo d.C, in una delle sue epistole (lettera 20 Mapei a Creniade), descrive una routine di un prestigiatore che usava tre piattelli e tre sassolini.
Anche nel mondo romano questo gioco era diffuso. Venivano usati i vasi per aceto (acetabulum) e dei sassolini (calculum), e chi presentava questo gioco veniva chiamato "acetabularo". Secena ne parla in una delle sue epistole a Lucilio (Epistulae Morales ad Lucilium, libro 5, paragrafo 45), dove dice : "Cosi questi giochetti non sono dannosi, come i Bussolotti e le pietruzze dei prestigiatori che divertono proprio per i loro trucchi. Se mi viene svelato il meccanismo, il divertimento è finito".
Come sempre articolo scritto da Vincenzo Valenza
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